sabato 7 dicembre 2013

abbiamo una opportunità con le Primarie del PD

In questo momento confuso, pasticciato e persino perverso in cui milioni di persone donne e uomini sono arrabbiati e non si sentono rappresentati da nessuno mi sembra che poter votare Pippo Civati sia realmente una opportunità .

Perchè è  chiaro su questioni come gli F35 , come la TAV e questo significa scelte precise di allocazione di risorse e di progetti. 

Perchè Laura Puppato e ogni singolo Deputato e Deputata  che abbia in questi assurdi 9 mesi avuto posizioni condivisibili su questioni per me fondamentali  lo appoggiano , oltre a Fabrizio Barca, a Stefano Rodotà e questo significa che è identificabile una area che si rende conto di cosa accade intorno e fa scelte nè populiste e nemmeno semplificatorie.

Perchè Civati con naturalezza e senza politicismi ha una visione dei diritti di tutti chiara senza tener conto delle sensibilità ( che rasentano le allergie) dei cattolici .


Perchè i movimenti , quelli di sinistra , quelli delle donne sembrano incapaci di trovare una organizzazione e una coesione per una rappresentazione condivisa e responsabile al punto da fare una proposta politica che è vitale per questo paese allo sbando.

Perchè i Grillini mi pare che pagano un prezzo altissimo per la loro organizzazione , con una struttura orizzontale solo per gli insulti ma verticale per processi decisionali seri .

Perchè SEL  è un partito bloccato dalla sua stessa maschile e duratura classe dirigente e nemmeno rende contendibile la possibilità di ricambio 

Perchè infine io non ritengo l'Europa responsabile delle carenze , anomalie, ingiustizie e illegalità che martorizzano il nostro Paese e credo che se noi non contribuiamo con proposte , contenuti e una politica sensata alla realizzazione di una Unione dei popoli Europei è per la miseria ,l'ignoranza ,la  pigrizia e l'incapacità sopratutto della nostra classe dirigente politica .

Voterò Civati perchè questo significa partecipare alla realizzazione di una area di ricostruzione di una sinistra dei diritti e del bene comune , con impegno vigilerò su ogni sensata proposta che possa vedere  finalmente organizzate le donne in difesa dei diritti e delle opportunità .

Sono disponibile ad ogni azione concreta che veda la messa al bando di personalismi e di inutili divisioni basate sulla visibilità di qualche personaggio che ha molto tempo da perdere per dividere i capelli in quattro .

Mi appello alla necessità di organizzarci e di non disperdere le opportunità  con la deprimente sensazione che tanto tutto è inutile 

Civotiamo 

domenica 17 novembre 2013

Uno sguardo più ampio ma necessario

Vi propongo qui un mio contributo sull'importanza della rete per constrastare la violenza verso i minori e le donne (già portato ad un convegno tenuto lo scorso 3 Luglio).
Scriveva Hannah Arendt: Coloro che detengono il potere e sentono che sfugge loro di mano, si tratti di governi o di governati, hanno sempre trovato difficile resistere alla tentazione di sostituirlo con la violenza
Importanti e numerosi  economisti ed economiste studiosi e ricercatori riconosciuti universalmente e qualcuno anche con Premio Nobel hanno contribuito con approcci diversi a dimostrare che le vecchie teorie economiche sono di fatto responsabili delle attuali profonde disuguaglianze sociali che riguardano la maggior parte delle persone nel mondo. Infatti  la concentrazione della ricchezza è di pochissimi. Le donne  ed i minori sono sicuramente tra  coloro che vivendo in condizione di vulnerabilità sociale ed economica pagano il prezzo più alto di questa diseguaglianza e una delle ragioni principali per cui non sono tutelati e sono possibili  bersaglio di abusi e di violenze.
Antonella Panetta

L'Associazione Nazionale DoMus Tagesmutter

Le motivazioni di fondo per le quali nasce l’Associazione Nazionale come DoMus sono profondamente legate a 3 aspetti:
•    la libertà di scelta da parte delle donne , delle famiglie e delle pubbliche autorità di decidere in quale modo e con quale spesa allargare le opportunità di offerta di servizi qualitativi rivolti ai bambini .
•   il riconoscimento di un mutamento profondo nelle attività lavorative dei genitori di bambini piccoli che hanno gravi difficoltà nella loro organizzazione di vita lavorativa e privata ,con una offerta molto limitata negli orari da parte dei pochi servizi tradizionali esistenti .
•     la necessità di investire in termini di formazione e di innalzamento delle competenze nelle professioni di aiuto e di educazione ,riconoscendo una importante funzione alle competenze acquisite informalmente dalle donne e provvedendo ad una certificazione delle stesse attraverso percorsi mirati e realizzati attraverso il contributo di anni di ricerca e di esperienze concrete.
•    Riteniamo inoltre le imprese sociali e il terzo settore i soggetti che possono integrare lo sforzo pubblico e compiere un'opera pionieristica nella creazione di nuovi servizi e di nuovi mercati per i cittadini e per le amministrazioni pubbliche.
La nostra maggiore preoccupazione è quella di sostenere processi di emersione del lavoro nero che nei lavori di cura e di educazione è esorbitante e che è indirettamente favorito da distorsioni e da legislazioni inadeguate e assolutamente irrigidite in modelli di riferimento che non corrispondono alle esigenze contemporanee . L’attività lavorativa della tagesmutter che secondo il nostro modello si realizza all’interno di una realtà del non profit è basata su una libera scelta sia rispetto alla professione attraverso una formazione specifica, sia rispetto agli orari e al numero dei bambini che decide di accogliere.

Per nessun motivo la tagesmutter potrà avere da parte dell’organizzazione di cui fa parte ordini di servizio o altre misure che possono ascrivere questa tipologia di lavoro a lavoro dipendente.
L’appartenenza al mondo dell’economia sociale e ai suoi valori è per l’associazione una scelta precisa, riteniamo infatti che tale forma di impresa sia quella che maggiormente possa rappresentare  ad applicare pienamente la raccomandazione della Commissione del 2008 sull'Inclusione attiva –, integrando i suoi tre pilastri: un aiuto sufficiente al reddito, mercati del lavoro in grado di favorire l'inserimento e i servizi di assistenza; a stabilire quadri di riferimento giuridici in grado di garantire un accesso a servizi sociali efficaci, di qualità e abbordabili nel rispetto della regolamentazione dell'UE.
La governance delle imprese sociali per norma sono democraticamente elette dalle socie e spetta a loro la distribuzione delle risorse che entrano attraverso servizi resi sia privatamente sia con contributi pubblici . Altri modelli sono sicuramente possibili e noi non abbiamo interesse alcuno a contrastarli , possiamo nel caso dovessimo fare un confronto nel merito analizzarli alla luce dei parametri chiaramente esplicitati.
La necessità di normare anche attraverso un contratto il lavoro delle tagesmutter che aderiscono a questo modello è stato molto impegnativo e il risultato è scaturito da una esperienza di lavoro che deriva da oltre dieci anni di sperimentazione concreta del modello che laddove ha avuto un sostegno pubblico nell’abbattimento della quota ha dimostrato una sostenibilità ottimale.
Poiché sia sul piano dei processi formativi e di ricerca pedagogica e educativa, sia sul piano dell’organizzazione del lavoro noi non abbiamo il limite dell’autoreferenzialità abbiamo la necessaria apertura mentale per confrontarci con altri soggetti che con il medesimo impegno e con la medesima passione si vogliano confrontare su questi temi.
Per chi volesse approfondire vi aspettiamo sul sito.                      
Antonella Panetta

Antonella Panetta

Mi presento: mi chiamo Antonella Panetta e da oggi entro anch'io, con piacere, a far parte delle autrici di politica femminile. 
Ho  53  anni, un figlio maschio di 26 anni e una femmina di 24. I miei studi sono stati in sociologia, sono assistente sociale con specializzazione biennale in mediazione familiare. Professionalmente sono imprenditrice nel sociale, consulente formazione e progettazione, e coordinamento progetti complessi per la creazione d’impresa, nei settori formazione, pari opportunità, progettazione sociale, fondi strutturali europei, ricerca opportunità per creazione imprese femminili.
Dal 1985 aderisco alla Cooperativa Sociale “Prassi e Ricerca”, che si occupa di progettazione e gestione di servizi sociali ed educativi; in qualità di vicepresidente, mi sono occupata di progettazione e coordinamento; dal 2007 (divenuta Presidente  della stessa), ho partecipto a diversi progetti (tra i quali “Legacoop Esteri”; “Empowerment economico donne rurali palestinesi” finanziato dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione attiva delle donne alla crescita e sviluppo dell’economia palestinese; “Women on board of local development” finanziato nell’ambito del Programma Quadro della Comunità Europea per le Pari Opportunità). Ho partecipato molto attivamente alla vita associativa all’interno della Lega delle cooperative e sono stata per oltre 10 anni nel Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Roma, organizzando convegni, progetti, iniziative e viaggi di scambio con altri Comitati Europei e con altre reti e Network di donne sia Nazionali sia Europei. Nel 2010 ho fatto parte della rete Enterprise Europe Networkin qualità di  vice Ambasciatrice Regione Lazio per il progetto WAI. 
Attualmente sono Mentor nel progetto Business Entrepreneurship Women in Network - Be-Win. Il Progetto, coordinato da Unioncamere Toscana, con l’obiettivo di promuovere l’imprenditoria femminile attraverso la costituzione e lo sviluppo, nelle 16 regioni coinvolte (Abruzzo, Calabria, Campagna, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto), di una "Rete italiana di imprenditrici", per il trasferimento di conoscenze ed esperienze da 32 donne di successo ("Mentors"), che hanno maturato lunghe e significative esperienze nel campo imprenditoriale, a 64 esordienti ("Mentees"). Sono inoltre Presidente dell’Associazione Nazionale Domus che si occupa di progettare servizi innovativi per la prima infanzia, rappresentando una rete di molte realtà del no profit.  
E naturalmente, nell'ambito della più classica cittadinanza attiva, mi interesso di ciò che avviene nel mondo e nella politica. I temi collegati a queste esperienze sono dunque quelli sui quali cercherò di portare un contributo anche in questa sede.
Antonella Panetta

mercoledì 23 ottobre 2013

Maria Pia Ercolini

Mi presento. Maria Pia Ercolini, fondatrice (e animatrice con tante/i altre e altri) del gruppo facebook e del progetto Toponomastica femminile


www.toponomasticafemminile.it
Da oggi inizierò anch'io a collaborare alla rete-blog Politica femminile, anche se (pur non tramite lo strumento del blog) si può dire che con questa rete collaboro da sempre. Toponomastca femminile e la Rete delle reti femminili sono infatti nate insieme: negli stessi giorni e in reciproca comunicazione.

E quanta strada abbiamo fatto da quei giorni, che sembrano lontanissimi... e invece è passato solo un anno e mezzo.

Ora, io personalmente tramite questo blog Lazio, e la mia associazione tramite il blog-Italia, daremo il nostro contributo anche sull'innovativo "arcipelago" della politica femminile.
Perché una cosa ci ha insegnato l'esperienza: fare rete è la nostra arma più efficace per dare voce alla storia delle donne e far pesare il pensiero femminile.


Roma. Percorsi di genere femminile

Giovedì 24 ottobre 2013, h. 17,30 PRESENTAZIONE DEL LIBRO 
Roma. Percorsi di genere femminile, vol. 2
alla Casa della Memoria e della Storia di Roma (Via san Francesco di Sales, 5)


Il volto femminile e meno noto di Roma negli sguardi delle protagoniste della sua storia. Una guida per scoprire una diversa città eterna.
Interverranno
Maria Pia Ercolini

Zinetta Cicero
Garbatella: una splendida novantenne

Irene Giacobbe
Miriam Mafai

Vera Michelin Salomon
Alle donne del III braccio di Regina Coeli

Antonella Petricone
L'importanza di ri-leggere la Shoah con la lente del genere

Clotilde Pontecorvo
L'ospitalità delle Brigidine

Coordina
Rita Charbonnier

martedì 22 ottobre 2013

Gender Mainstreaming a Roma

Seminario rivolto ai Direttori Generali e ai responsabili 
delle aree risorse umane di università ed enti pubblici di ricerca
Roma, 23 Ottobre 2013 
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR)
Sala della Comunicazione, Viale Trastevere 76/A


Questo il Programma

10:00 – 10:25 Registrazione dei partecipanti e caffè di benvenuto
10:30 – 11:30 Saluti e introduzione ai lavori
Maria Chiara Carrozza (Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca)
Maria Cecilia Guerra (Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega per le Pari Opportunità)
Marco Mancini (Capo Dipartimento per l’Università, l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e la Ricerca, MIUR)
Enrico Periti (Presidente CODAU: Convegno permanente dei Direttori Generali e dei dirigenti delle Università italiane)
Paolo Annunziato (Direttore Generale CNR: Consiglio Nazionale delle Ricerche)

11:15 – 12:45 Lo scenario: in Italia, in Europa e nel mondo
Francesca Brezzi (Osservatorio Interuniversitario di Genere, GIO): Il valore delle donne: perché conviene investire sulle donne)
Marcela Linkova (Institute of Sociology Academy of Sciences of the Czech Republic, Director of the National Contact Center for Women and Science, the ERA Helsinki Group on Gender in Research and Innovation): Il gender mainstreaming nello spazio europeo della Ricerca 
Elin Kollerud (Euraxess Coordinator, The Research Council of Norway): Gender mainstreaming: la via norvegese 
Laura Moschini (Università degli Studi Roma Tre): Il gender mainstreaming in Italia 

13:00 – 14:00 Buffet Lunch

14:15 – 17:00 Tavola Rotonda: Come promuovere il cambiamento istituzionale per il gender mainstreaming nelle Università italiane e negli enti di ricerca?
Dibattito aperto con i direttori Generali e i responsabili delle aree risorse umane delle Università italiane e degli enti  pubblici di ricerca.
Participano al dibattito: Luciana D’Ambrosio Marri (Sociologa, esperta in gestione risorse umane e Diversity), Manuela Galaverni (Esperta consulente, ISFOL), Anna Loretoni (Scuola Superiore S. Anna, Pisa), Annalisa Rosselli (Università degli Studi di Roma Tor Vergata e InGenere), Francesca Traclò (Direttore Fondazione Rosselli), Giovanna Vingelli (Università della Calabria),
Conducono: Marcella Gargano (MIUR) e Marco Bani (MIUR)

mercoledì 16 ottobre 2013

16 ottobre 1943: deportazione degli ebrei di Roma. Oggi 70 anni dal sabato nero del ghetto

16 ottobre 1943, h. 5.15 del mattino: le SS invadono le strade del Portico d'Ottavia e rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini. 
Due giorni dopo, alle 14.05 del 18 ottobre, diciotto vagoni piombati li porteranno dalla stazione Tiburtina al campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.
Nessuno dei 200 bambini tornò mai. Degli adulti fecero ritorno solo 16 persone: quindici uomini e una sola donna, Settimia Spizzichino. Settimia scrisse poi, con Isa Di Nepi Olper, "Gli anni rubati".
Su questo bellissimo sito storia, testimonianze, libri, video, foto, film, link.

martedì 1 ottobre 2013

L'altra metà del CDA

Donna manager. O meglio, donna e manager. Vale a dire essere ai vertici del mondo del lavoro rimanendo se stesse.
Donne che credono nell’importanza del fare squadra, riconoscendo competenze e saperi e quelle che invece frenano, bloccano e sbarrano la strada alle altre, proponendo e proponendosi secondo le regole del potere maschile. Se ne parlerà a Roma venerdì 4 ottobre alle 15  all’Università LUISS  (Viale Romania 32). 
Per una volta tutte relatrici donne. Sarà presentato il libro della giornalista Flaminia Festuccia, dal titolo eloquente: “L'altra metà del Cda”. A metà tra saggio e testimonianza il libro analizza, con l'aiuto delle dirette protagoniste sulla scena italiana, il percorso già fatto e quello, ancora lungo, da compiere per sfondare una volta per tutte il “soffitto di cristallo” che da sempre limita le possibilità di carriera al femminile. Senza dover diventare a tutti i costi acrobate della conciliazione tra l'essere mamma, moglie e manager. Andando a toccare temi differenti, che partono dalle differenze intrinseche tra maschile e femminile, passano per l'educazione delle bambine – e dei bambini, dal ruolo che la nostra società riconosce ai due sessi, fino alla questione “quote rosa”, fulcro di polemiche e discussione in politica come in economia. Un'economia che adesso esige che le donne non restino solo l'altra metà del cielo, per citare Mao Zedong, ma diventino realmente l'altra metà dei consigli d'amministrazione. Non solo parità nell'occupazione e nel trattamento economico, quindi, ma anche nell'accesso ai vertici delle aziende pubbliche e private. 

giovedì 26 settembre 2013

Donne in magistratura. 1963-2013: 50 anni dopo

1963-2013: si celebrano quest’anno i 50 anni dall'ingresso delle donne in magistratura. In questo breve lasso di tempo le donne sono diventate, in magistratura, più numerose degli uomini. 
Eppure, ad oggi, la parità è ancora lontana, come emerge dall’assoluta preponderanza maschile nei ruoli apicali e in Corte di Cassazione. Le cause di questa disparità di genere saranno indagate nel corso del convegno “Donne in magistratura. 1963-2013: 50 anni dopo”: un incontro di studi in cui valutare gli apporti di genere delle magistrate nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali e riflettere sul rapporto ancora così squilibrato fra i ruoli, anche attraverso le testimonianze di rappresentanti delle Istituzioni, esponenti autorevoli delle Magistrature italiane e straniere, rappresentanti delle Professioni Giuridiche e amministratori di Gruppi Imprenditoriali. Durante il convegno, organizzato congiuntamente dal CPO dell'ANM e dall'ADMI, verrà presentato il libro “Donne in Magistratura”, di Anna Maria Isastia, docente di storia presso l'Università la Sapienza (e presidente di Soroptimist Italia), che lo illustrerà richiamando parte del pensiero delle donne entrate in magistratura dal 1965.

Il 27 settembre, nell'Aula Giallombardo della Cassazione. Tra i presenti, i ministri Annamaria Cancellieri e Cecile Kyenge, il primo presidente e il pg della Suprema Corte, Giorgio Santacroce e Gianfranco Ciani, il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli.

La partecipazione al convegno attribuisce crediti formativi per l’esercizio della professione forense presso l’Ordine degli Avvocati di Roma.

martedì 24 settembre 2013

15 22 Installazione: il 25 settembre davanti a Montecitorio

Lui rispetta. Lei vale. Gli studenti lo dicono, insieme, invitando le istituzioni a farsi carico del problema della violenza a partire dalla scuola e dalle generazioni future. 25 settembre 2013, dalle 7emezza del mattino: 4 ore di performance davanti a Montencitorio. 
Con i testi di Pina Debbi e la regia di Tiziana Sensi, l’installazione narra due percorsi paralleli che si specchiano.
Il primo è la rappresentazione teatrale di “15 22” [il numero del centralino antiviolenza], una via crucis della violenza in tutte le sue forme, il secondo è l’installazione artistica che promuove il nuovo scenario di una relazione paritaria possibile tra uomo e donna, basata su solidarietà, collaborazione, rispetto per la diversità e sulla consapevolezza di sè che ogni donna e ogni uomo sono chiamati ad acquisire come esseri umani. 
Gli attori iniziano a recitare alle 9, ripetendo più volte la loro parte. Dopo il prologo si snoda una sorta di “spoon river” delle donne, nel susseguirsi di storie che si ripetono: la donna pakistana sfigurata dall’acido, spunto di riflessione sulla condanna del genere maschile verso certe barbarie di “altre culture”, restando freddi, però, verso la violenza che anche in Italia fa una vittima ogni due giorni. Lo stupro di gruppo e il suo “dopo”, con le difficoltà di denunciare e lo strazio di affrontare un processo. La violenza domestica e i suoi esiti futuri, nelle coazioni a ripetere dei figli che l’hanno vissuta come normalità. Lo stalking, il susseguirsi dei volti e dei nomi delle donne spazzate via femminicidio. 
L'installazione artistica mette in scena una sorta di altra faccia “sperata” della stessa medaglia, che ne rovescia la drammaticità. La scenografia sviluppa un crescendo sulla bellezza dell’amore, prefigurando una relazione circolare in cui gli occhi dell’una si posano sullo sguardo dell’altro e viceversa, in un percorso paritario e complice.

domenica 22 settembre 2013

Convenzione di Istanbul e media

Giornalisti e politici sono invitati a Roma, martedi 24 settembre, presso la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, a discutere di una diversa narrazione e rappresentazione delle donne, nei media e nell'informazione, anche alla luce delle direttive date dalla Convenzione di Istanbul. Un evento importante, nell'interesse di tutti.

Con l'occasione vi segnaliamo che, sul tema dell'immagine della donna nei media, con particolare riferimento alla pubblicità, si è appena tenuto un convegno a Milano. In questo video una sintesi del contributo di Lorella Zanardo:  

martedì 17 settembre 2013

Decreto Sicurezza: soppressione o modifica radicale

Decreto Sicurezza impropriamente definito "antifemminicidio": le donne chiedono una modifica radicale, oppure la sua soppressione. Mercoledli 18 settembre a Roma, dalle h. 18.00 alla Casa Internazionale delle Donne:
Il comitato promotore della Convenzione No More invita le associazioni di donne, i/le parlamentari, giuristi/e, magistrate/i, operatrici e operatori, a un confronto pubblico per definire e condividere i cambiamenti necessari in vista del dibattito parlamentare sul DL 93 e per concordare le modalità di prosecuzione dell’azione politica.

domenica 15 settembre 2013

Violenza sui bambini, stretta parente della violenza sulle donne. Un'indagine nazionale

Maltrattamento sui bambini: quante sono le vittime in Italia? martedi 17 Settembre 2013, alla Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, viene presentata la prima indagine nazionale (qualitativa e quantitativa) su questo tristissimo fenomeno, ancora molto diffuso e stretto parente della violenza sulle donne. Siamo felici che si parli del problema in una sede così importante, considerato che (come afferma la grande Alice Miller), nella violenza contro i bambini c'è la radice di ogni violenza

Ci chiediamo se, negli aspetti valutati dall'indagine, sia stata considerata la relazione dei casi con la presenza di violenza contro la donna.
Ma anche un altro aspetto: l'elemento del consumo di droghe, in particolare di cocaina, anfetamine, anabolizzanti.... Droghe sempre più diffuse, consumate per abitudine da strati sempre più ampi di popolazione. E che c'entra? qualcuno potrà chiedere. Ma chiunque abbia un po' di esperienza in merito sa che queste sostanze, oltre a ridurre moltissimo (come tutte le droghe) il livello di attenzione dei genitori verso i figli, scatenano effetti di paranoia e complessi di persecuzione che alzano paurosamente i livelli di violenza nelle relazioni. Perché non se ne parla mai?
Perché in effetti non si parla di troppe cose importanti - almeno finché non costretti da efferati fatti di cronaca. Non si parla di come affrontare seriamente la sofferenza delle persone, dunque nemmeno di maltrattamenti in famiglia. Ben venga dunque questo incontro nel cuore delle istituzioni e della politica, sperando in sviluppi futuri.
ll maltrattamento a danno di bambini, incontro h.15.00 - 18.00; Sala Monumentale Presidenza del Consiglio dei Ministri, Largo Chigi 19, Roma.

Intervengono Enrico Giovannini (Ministro Lavoro e Politiche Sociali), Vincenzo Spadafora (Presidente Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza), Andrea Bollini (Direttore Centro Studi Sociali - CISMAI), Federica Giannotta (Resp. Advocacy e Programmi Italia Terre des Hommes).
Sono inoltre invitati: Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute e Piero Fassino – Presidente ANCI

Aspettiamo di conoscere i dati. Ricordando che (come sempre) i maltrattamenti peggiori e più frequenti si incontrano in famiglia. Infatti si può dire che bambini sono il fegato delle famiglie: indifesi e permeabili, sono destinati a fare da filtroassorbono e metallizzano ogni sua intossicazione. 
Ma esiste anche un maltrattamento sociale che dovremmo iniziare a contrastare e respingere: quello perpetrato dal consumismo, dall'ingozzamento di cibi spazzatura, dall'inquinamento, dalla sessualizzazione precoce, dalla pedofilia subdola o manifesta, dalla spettacolarizzazione della violenza e da ogni sorta di avvelenamento culturale - a partire dai più "innocenti" programmi tv; inoltre dagli abusi operati da figure di potere - come educatori o preti. 









Queste foto (di Erik Ravelo, titolo ''Gli intoccabili''), rappresentano bambine e bambini vittime del turismo sessuale, della cultura delle armi, dei cibi spazzatura, dei preti pedofili, dell'inquinamento radioattivo, del commercio di organi.

sabato 7 settembre 2013

Global Kiss-in a Roma

To Russia with love. Oggi, 8 settembre, evento internazionale di protesta contro le leggi anti-gay di Putin: a Roma l'appuntamento è alle 15, davanti alla Chiesa Russa in Corso Benedetto Croce.

giovedì 29 agosto 2013

Oggi a Roma sit in per la Siria: poesia contro la guerra

Oggi a Roma un sit-in di poesia "in sostegno del popolo siriano", in nome della pace e della ricerca di soluzioni pacifiche: appuntamento alle 18.00 in Piazza Santi Apostoli. L'obiettivo è sollevare l'attenzione sul dramma della Siria e sull'immobilismo internazionale. 
L'invito è a portare tutti un lenzuolo bianco con cui coprirsi e a stendersi a terra uno di fianco all'altro, con un cartello bianco con questi due versi: io amo la vita /sulla terra tra i pini e gli alberi di fico/ ma non posso arrivarci così (Mahmud Darwish, Martire).
Sulla scelta di questi versi (e sul come vengono presentati) abbiamo espresso perplessità, in un post in cui commentiamo la tragedia sirianaPerché la scelta di altri versi sarebbe stata migliore? 
Mahmud Darwish è un grande poeta, ma non apprezziamo che si siano scelte proprio le 2 righe fatte pronunciare, in una sua poesia, da un martire a giustificazione del proprio martirio - e per giunta facendo riferimento a un "martire" nella citazione del poeta. Data la situazione, la scelta ci sembra possa essere fraintesa. Intanto la poesia da cui sono tratti i versi non si chiama Martire, ma Stato d'assedio. Né del resto si può definire l'autore stesso (che è fra i più famosi poeti palestinesi) un "martire". Allora perché porre l'accento su quella parola? Nel loro contesto più ampio i versi sarebbero:
Il martire mi spiega: non ho cercato al di là della spianata
le vergini dell’immortalità, perché amo la vita
sulla terra, fra i pini e gli alberi di fico,
ma era inaccessibile, così ho preso la mira
con l’ultima cosa che mi appartiene: il sangue
nel corpo dell’azzurro.

E ci chiediamo: ma non sarebbe sempre meglio evocare la pace, invece che la (santa) guerra?
Più conseguente, visto che si tratta di un "sit in per la pace". E obbligatorio, se considerariamo quello che sta succedendo in Siria, ove fazioni fondamentaliste hanno messo a tacere i rivoltosi pacifici, imponendosi come leadership dei resistenti.  
Ma soprattutto se capiamo che cercare ragioni per scegliere fra diverse fazioni della guerra è il terreno stesso su cui tutto questo si riproduce.

Non sono questioni di lana caprina, ma nodi essenziali. Perciò, dando la notizia di un sit in che ha il merito di voler sollevare un'attenzione e un dibattito, ci sembra importante non trascurarle.

Claudia, all'evento su fb ha mandato questa osservazione:
E perciò... a noi piacerebbe di più così:

giovedì 18 luglio 2013

Il disegno di legge AS 949: disposizioni per la valutazione dell'impatto di genere della regolamentazione e delle statistiche

Martedi 23 luglio verrà presentato a Roma il disegno di legge AS 949: "Disposizioni per la valutazione dell'impatto di genere della regolamentazione e delle statistiche"; progetto nato sulla scia dell'impostazione mainstreaming già assunta, fin dal 2006, in sede europea.
Cos'è, e a cosa serve? Si tratta di un insieme articolato di misure volte a prevenire che delle politiche pubbliche, apparentemente neutre rispetto al genere, possano avere nella pratica un impatto niente affatto neutro; anche se in modo non previsto e non voluto. Dunque un altro tassello nella difficile strada per rimuovere gli ostacoli che vedono il genere femminile messo in condizioni sempre minoritarie, nonostante sia anche maggioritario come numero.

Il progetto è firmato da parlamentari donne di provenienza molto trasversale: dalla Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli e la Senatrice Rita Ghedini (entrambe del Pd, e prime promotrici), a Sel (con Loredana De Petris e Alessia Petraglia), a M5S (con Cristina De Pietro), al Sc (con Stefania Giannini), al Pdl (con Cinzia Bonfrisco e Alessandra Mussolini), fino a Ln-Aut) (con Patrizia Bisinella).
Alla presentazione, dopo l'introduzione di Valeria Fedeli, interverranno Maria Cecilia Guerra (Vice Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, con delega alle pari opportunià), la deputata Michela Marzano (docente ordinaria di filosofia morale e Direttrice del Dip. di Scienze Sociali Università Paris Descartes), Filippo Patroni Griffi (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio) e Linda Laura Sabbadini (Direttrice dipartimento per le statistiche sociali e ambientali Istat).
Coordina Alessandra Arachi - Giornalista del Corriere della Sera

L'appuntamento è in Senato alle h. 12, Sala Nassirya di Palazzo Madama. 
Giacca e cravatta per gli uomini sono obbligatori.. e anche l'accreditamento per la partecipazione, da effettuare entro il 22 luglio. Per accreditarvi scrivete a: rita.ferrante@senato.it

domenica 14 luglio 2013

Il corpo (e l'anima) della donna in sala parto: contro la medicalizzazione, per libertà e partecipazione

Con grande piacere (e pensando inevitabilmente al grande Ferruccio Miraglia), vi informiamo che il Freedom For Birth - Rome Action Group organizza a Roma un incontro-dibattito sul tema del parto naturale e della libertà di parto:
15 luglio, h. 21:30 “La medicalizzazione del percorso nascita e il corpo della donna in sala parto”

All’incontro, che avrà luogo alla Festa dell’Unità di Roma (parco Schuster – San Paolo), parteciperanno la senatrice Laura Puppato, la consigliera Regione Lazio Maria Teresa Petrangolini, la Presidente della Casa Internazionale delle Donne Francesca Koch, e Angela Spinelli, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità.
Interverranno inoltre: Ivana Arena (ostetrica, Freedom for Birth - Rome Action Group), Virginia Giocoli (avvocata, Freedom for Birth - Rome Action Group) , Mirta Mattina (psicologa e psicoterapeuta, Freedom for Birth - Rome Action Group) e Gabriella Pacini (ostetrica, Freedom for Birth - Rome Action Group , Vita di donna).
Il dibattito sarà introdotto dal video-inchiesta di Elis Viettone per La Repubblica “Un taglio di troppo in sala parto. La pratica condannata dall’OMS”, e concluso con il documentario “Freedom for Birth” di Toni Harman Alex Wakeford.

sabato 13 luglio 2013

Cambiare la legge elettorale: una priorità per le donne

L'Accordo per la Democrazia Paritaria organizza un incontro con le donne parlamentari, sui cambiamenti necessari alla legge elettorale: perché cambiare la legge elettorale è una priorità per le donne, ed è necessario farlo stabilendo finalmente un equilibrio di genere. 

Lunedì 15 luglio, h. 16, alla Biblioteca ‘Giovanni Spadolini’, in Piazza della Minerva 38, Roma.
E' obbligatorio l'accredito per l'accesso alla Sala.

sabato 6 luglio 2013

Contro lo stupro: oggi manifestazione nazionale a Roma

Oggi a Roma manifestazione in Largo Chigi 19, davanti alle Pari Opportunità.
Vi ricordiamo che il prossimo 11 luglio il Tribunale dei minori e i servizi sociali stabiliranno il "percorso riabilitativo" degli stupratori sociali che hanno abusato in branco di Marinella, a Montalto di Castro.

giovedì 23 maggio 2013

Luigina Di Liegro: perché mi candido, nella mia Roma

Mi presento
Sono nata a Gaeta nel 1955. Quando ne avevo uno e mezzo, la mia famiglia è emigrata a New York, ed io con loro. Mio papà era un sarto, mia mamma lavorava con lui, lavoravano moltissimo, 24ore su 24... Sono cresciuta vivendo questa condizione di immigrata, nella forbice di due culture. 
La mia esperienza è quella di ogni bambina e bambino che diventa adulto in un paese straniero, conosco le sfide quotidiane e quelle psicologiche, so per averlo sperimentato in prima persona che l'immigrazione può rafforzarti oppure... ucciderti, dipende solo dalla tua caparbietà di essere persona. Ci sono cinque milioni di italiani ed italiane emigrati nel mondo, noi tutti abbiamo un cugino, uno zio, un parente  che in qualche momento della sua vita se n'è andato all'estero. Io provengo da questo, io...che con mia sorella ho cresciuto i fratelli più piccoli, io che sono andata a lavorare a tredici anni in una pasticceria-pizzeria e ci stavo dalle sei a mezzanotte, io che mi sono conquistata borse di studio a New York e a Washington DC. Ho preso una laurea alla Georgetown University,  e poi un master alla Columbia in Analisi delle politiche pubbliche e Relazioni internazionali. Più tardi, era il 1984, ho scelto di ritornare in Italia, l'ho fatto liberamente, e mi sento forte in questa scelta. La mia condizione di doppia appartenenza fa una differenza, guardo agli immigrati che sono nel nostro paese con questa consapevolezza. Il mio lavoro nelle reti sociali mi ha messo a contatto con tanti uomini e donne arrivati nel nostro paese per povertà, in cerca di lavoro, in fuga da guerre e da fame. Penso che uno degli impegni prioritari ed etici della politica e di un'amministrazione pubblica riguardi proprio la condizione dell'emigrazione e dell'immigrazione, è la misura della civiltà di un paese e di una città.   
Perchè ho deciso di candidarmi
Sono stata assessora per sei mesi alla Regione Lazio,  gli ultimi tre dell'amministrazione Marrazzo. Non ho avuto il tempo di sviluppare il mio approccio come amministratrice pubblica di un'ente locale, solo di rendermi conto della sua fondamentale rilevanza come motore di sviluppo sia economico che sociale. Tutto dipende dall'amministrazione, che è cosa totalmente diversa dalla politica, e dunque necessita di un approccio direi scientifico, molto concreto. Le mie competenze sono nel settore sociale e nel lavoro con le reti, la decisione di candidarmi alle prossime elezioni amministrative di Roma Capitale come consigliere  nasce dalla volontà di metterle a disposizione del territorio. Un'amministrazione deve stare in continuo collegamento con i cittadini, solo l'ascolto e la comprensione dei bisogni permettono l'elaborazione di politiche e di atti concreti a risolverlo. Penso al mio ruolo di consigliere comunale come a una cerniera di collegamento tra cittadini e amministrazione, e per questo ho deciso di candidarmi, e di continuare l'esperienza avviata alla regione Lazio.
Io, da consigliera comunale
La mia parola chiave è welfare sociale. Mio mio zio, don Di Liegro,   alla Caritas diocesana di Roma, aveva elaborato un approccio alla questione welfare che metteva insieme professionalità e conoscenza delle strutture di welfare sul territorio. Un metodo che è importante mantenere, che presuppone il collegamento tra reti sociali e amministrazione pubblica, e che permette di ottimizzare le risorse per far sì che rispondano alle attuali necessità dei cittadini. Nella crisi che ci troviamo oggi a sostenere, alcune di queste necessità si sono acuite, sono ancora peggiorate da quello che ho conosciuto quando lo aiutavo, come volontaria. Oggi, il problema della povertà, il problema della casa, il problema dell'occupazione, la perdita del posti di lavoro, il dover mandare avanti la vita quotidiana in uno scenario di vera emergenza sociale, pone l'amministrazione pubblica di fronte a compiti ancora più gravosi. La famiglia, e per famiglia intendo la famiglia estesa, i bisogni delle donne, dei bambini che crescono, degli anziani, dei genitori, necessitano di interventi più che mai mirati. Stiamo uscendo da una guerra, una guerra di droni finanziari. L'abbiamo subita, questa guerra finanziaria, e abbiamo subito anche mancanza di etica, di moralità, di competenze, di capacità della nostra leadership politica. Chi paga il prezzo, adesso, sono i cittadini. L'amministrazione pubblica deve impegnarsi in una politica di emergenza sociale, non possiamo permettere che le persone si sentano sole, dobbiamo dare risposte, ma risposte emergenziali come in un dopoguerra.
Mettere in rete territorio e amministrazione pubblica
Welfare sociale per me significa mettere in rete quello che abbiamo per affrontare i problemi per quello che sono. Quindi, significa semplificare i rapporti tra l'amministrazione pubblica ed il volontariato, l'associazionismo, la cooperazione sociale, e gli altri soggetti del no profit e del profit. Significa ripristinare quel cinque per cento che, nel passato, veniva dato alle persone con disabilità fisiche e psichiche per aiutarle a vivere. Significa anche monitorare il patrimonio residenziale comunale per un immediato utilizzo dei beni dismessi, implementare la risposta contro l'usura con un fondo etico per le famiglie usurate e la rete degli sportelli antiusura,. Investire nella formazione professionale in un'ottica manageriale che passa anche attraverso una riconversione delle professionalità legata all'offerta di nuovi lavori per nuovi bisogni. Penso alle persone over40 e over50 che perdono il posto di lavoro e hanno bisogno di supporto per l'inserimento e di un aiuto seppur minimo ma indispensabile per tirare avanti. Quello che serve non è la carta sociale proposta da Alemanno sotto elezioni, 300 euri che somigliano tanto ad un'esca da campagna elettorale, ma un piano di orientamento e supporto costante, in un'ottica di impegno sociale basato sull'ascolto.
A proposito di managerialità e di mission
Lavoro è all'ANCI, sono direttore di Restipica, un'agenzia che mette in rete duemila comuni italiani, curo programmi di formazione per l’export a piccole e medie imprese italiane, e ho coordinato molti progetti per la creazione di impresa finanziati dalla Comunità Europea. Vengo dalla scuola anglosassone, ho imparato come coniugare l'aspetto di visione, la mission, con quello del lavoro manageriale. Nulla si improvvisa,  non c'è bisogno di essere profeti, basta guardare nella direzione giusta. Faccio un esempio: parecchio tempo fa, ho deciso di impegnarmi nel volontariato che si occupa di disagio mentale, un settore che già seguivo con don Luigi che sosteneva le ragioni di Basaglia sulla chiusura dei manicomi. Ho capito cosa vuole dire disagio psichico per una persona che soffre di questo disturbo e per i suoi familiari: come mettere a fuoco la questione delle relazioni, della famiglia, di avere una cittadinanza.  Oggi, sono concentrata in particolare sulle giovani donne, tocco con mano che le ragazze vivono un stress emotivo maggiore di quello dei maschi. Da cosa dipende? Dal fatto che devono affrontare la competizione non solo con i maschi ma anche tra loro, che devono essere in grado di fare tutto, di essere madri ed anche professioniste,  il che significa ricerca di occupazione, lavori complessi, condizioni difficili. Le ragazze vivono una grande grande pressione, ma se ne parla poco, c'è poca informazione, quasi nessun intervento; parlare di conciliazione tra vita famigliare e vita professionale non è abbastanza, bisogna guardare al prisma della persona umana, e lavorare sulle relazioni. Tra i sessi e nella società.  Anche la questione della violenza contro le donne rientra in questo approccio. Da assessore alla Regione Lazio ho continuato a finanziare gli sportelli anti violenza, sono convinta che devono esistere e devono essere potenziati. Le donne sono il perno di qualunque relazione che si costruisce sul territorio, la violenza fuori e dentro le mura domestiche va affrontata dal punto di vista culturale e da quello dei servizi, è una questione di emergenza sociale. 
L'attivismo per i diritti delle donne
Il mio approccio al femminismo e alla questione femminile è quello di Hillary Clinton quando dice: se vogliamo cambiare le cose, ci dobbiamo stare... Ecco: stare, esserci, costruire, ma anche fermarci a riflettere. Siamo bombardate ogni minuto da mille esigenze, famiglia e professione ci chiedono risposte immediate e continue..., fermarsi a riflettere per me significa dare spazio alla nostra esigenza di capire dove vogliamo andare, cosa è prioritario per cambiare la nostra condizione e quella delle altre donne nell'ottica della parità. In Italia c'è un grande problema culturale, che secondo me non viene affrontato nel modo più idoneo alla soluzione. Per dirne una, è un paese che permette alla politica di usare le donne, lo dico con franchezza. Parlo per esempio delle modalità con cui il PdL ha utilizzato politicamente in questi anni le donne e la loro immagine, ma è pur vero che il problema è generale e può darsi che neanche il mio partito ne sia immune. Un esempio? Le donne candidate nelle liste elettorali hanno in generale poca possibilità di essere elette, su di loro non c'è nessuna promozione. Sono tra quelle scettiche sui risultati della doppia preferenza, credo piuttosto che per l'emersione in ottica paritaria delle candidate, al fine della loro elezione, sarebbe stato necessario un quorum fisso. Tante candidate, e tante elette certe. Ovvio che questo sistema sarebbe andato a scapito dell'elezione di un certo numero di uomini , ma penso che fuori dai santuari della politica, anche tra i padri che hanno in casa una figlia interessata a fare seriamente politica, ci sarebbe stato un bel sostegno... Adesso le candidate corrono seriamente il rischio di ritrovarsi ad aiutare un candidato uomo che aveva già i suoi voti, magari acquisiti nella logica tradizionale. Penso che a monte ci siano ancora retaggi culturali potenti, voglio lavorare su questi, anche in riferimento al mio partito. Lo svecchiamento non è tanto un fatto anagrafico quanto una rottura complessiva di vecchie logiche e atteggiamenti culturali.
La questione culturale
Sono più che convinta che alla base della crescita civica di qualunque paese ci sia la cultura. Penso a biblioteche moderne, aperte, multimediali, capaci di attrarre ragazzi e ragazze. Penso a parchi attrezzati, con la presenza di educatori di strada gratuiti per i nostri bambini e adolescenti,  soluzioni che possono essere a portata di mano, basta avere una visione diversa dell'impiego delle risorse. Pensare al presente, tenendo bene a mente che tutto quello che facciamo ricadrà sul futuro. Nel mio programma, ho dato spazio all'aumento di porzioni di territorio dedicate agli sorti urbani, è una risposta concreta al bisogno di aggregazione e socializzazione dei quartieri, per aiutare i cittadini a non sentirsi soli,  ed è anche un modo di rivivere il senso antico delle nostre radici culturali legate alla terra, all'agricoltura. Io dico : Roma non è la mia città, è la mia comunità. Dobbiamo cominciare a far crescere questa comunità, dove esistono culture molteplici, ma dove cresciamo tutti; dove la violenza del senso del potere non è la cultura dominante. Noi donne abbiamo subito questa cultura basata sulla forza, sul potere di un genere sull'altro. Ricordiamoci che il voto alle donne risale solo al 1946, che il divorzio in Italia non c'era sino alla fine degli anni Settanta, che il delitto d'onore è stato abolito nel 1981.... 
Quando parlo di cultura penso alla trasmissione del sapere che si può fare in molti e diversi modi, possiamo dire grazie alle amministrazioni capitoline come quella  di Veltroni che ci ha dato  l'auditorium, la casa del jazz, tante espressioni teatrali di quartiere, le biblioteche... Oggi dobbiamo fare rivivere queste strutture, pensare ad un volontariato dedicato, perchè da lì si può irradiare un'energia positiva per tutto il resto, una contaminazione positiva per la politica.
Creare vasi comunicanti, questa è la mia idea di Roma comunità. O come, dicono le amiche di Women in the City, di città aperta metropolitana.