mercoledì 20 febbraio 2013

Claudia Di Pietro su Sanità, salute, ambiente

Sanità per la salute: diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività.
La sanità che serve è quella che ci prende per mano alla nascita, ci assegna un fascicolo elettronico e ci segue, sorvegliando il cammino della nostra crescita, del nostro diventare madre, e ci accompagna verso una vecchiaia di autosufficienza. E quando al termine della vita ne avremo necessità, ci sarà accanto con la migliore assistenza professionale, fatta d’umana solidarietà.
Contro ogni spreco effettuato sulle risorse destinate alla salute delle persone ecco alcune proposte per avvicinarci al modello della sanità che serve.
Per avere più vicini a noi ospedali, ambulatori e centri ad alta specializzazione. Pensiamo a…:
  • Sviluppare la rete di servizi ambulatoriali, di assistenza domiciliare per anziani, disabili e malati cronici.
  • Aumentare i centri di guardia medica con l’uso di strumenti di telemedicina e teleassistenza e coordiniamoli con le strutture di emergenza sanitaria.
  • Trasferire le competenze acquisite dalle strutture di alta specializzazione in zone sprovviste  (es: l’ospedale Rizzoli di Bologna apre una sede secondaria in provincia di Palermo e ottiene ottimi risultati).

Per avere ospedali e ambulatori in grado di accoglierci come pazienti nel più breve tempo possibile (tempi accettabili per le liste d’attesa). Cerchiamo di organizzarci meglio e pensiamo a… :
  • Realizzare una rete di strutture sanitarie, ospedali e ambulatori, che collaborano condividendo le informazioni e non sono in concorrenza.
  • Valutare una struttura sanitaria consultando dati e risultati sulla cura dei pazienti.
  • Usare il fascicolo sanitario elettronico come un Diario del paziente con cui puoi far conoscere i dati sulla tua salute ogni volta incontrerai un medico.
  • Rendere più facile prenotare le prestazioni non solo allo sportello e via telefono, ma anche con sms, e-mail, sul sito internet o nelle farmacie, dal medico di base, con punti di prenotazione nei centri commerciali, o direttamente dal Pronto soccorso per tutti i casi in cui non è previsto il ricovero ma un successivo controllo.
  • Aprire gli ambulatori 16h o 18h al giorno ad accesso diretto per le prestazioni più comuni come ad esempio gli esami del sangue, lastre al torace o visite specialistiche.
  • Prescrivere farmaci con la ricetta elettronica, che potrà essere inviata direttamente alla farmacia indicata dal paziente.
Per controllare come spendiamo i soldi della Sanità e ridurre le spese, contro sprechi e corruzione, chiediamo alle strutture sanitarie di:
  • Certificare e registrare i bilanci di tutte le strutture, incluse le classificate e le private convenzionate nel principio di massima trasparenza.
  • Scegliere, attraverso società per la selezione del personale, dirigenti delle ASL e degli ospedali che siano competenti e imporre loro verifiche ogni quadrimestre.
  • Fare il controllo di gestione in tutte le strutture del SSN, pubbliche classificate e private convenzionate.
  • Fare gruppi di acquisto per risparmiare sulla fornitura di farmaci, di presidi sanitari, di beni e servizi.
  • Mettere dei limiti di spesa concordati per i compensi dei consulenti e dei dirigenti.
  • Sviluppare programmi di prevenzione a partire dalle scuole, dai luoghi di lavoro, dalla medicina di genere.
  • Leggere e studiare i dati raccolti negli anni per programmare i servizi sanitari del futuro in base alle necessità delle persone.
Per migliorare la Ricerca Scientifica cerchiamo di:
  • Rendere indipendenti dal sistema gli IRCCS, che hanno importanza fondamentale nel SSN e sono unici, ma obbligarli a trasferire nel sistema le conoscenze, le innovazioni, i protocolli individuati e a valutare la qualità dell’assistenza da questo erogata.
  • Finanziare con risorse pubbliche gli IRCCS, anche se privati, valutandone il merito rigidamente in funzione di un‘adeguata produzione scientifica e della capacità di redigere progetti, ma rendendo pubblici e certificati i loro bilanci
  • Obbligare gli IRCCS ad avere un numero di personale interamente dedicato alla ricerca, con contratti di lavoro a tempo indeterminato e che rispettino la dignità dei lavoratori e ne riconoscano le conoscenze e la professionalità acquisite sul campo.
Per favorire la salute della persona pensiamo anche a curare l’ambiente e a renderlo sano per avere la Regione più Verde d’Europa

1 commento:

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