domenica 4 maggio 2014

Giulia Rodano: mi presento


Sono molto felice e onorata di poter scrivere su un sito come questo, impegnato a dare voce alle donne.
Oggi non ho più incarichi pubblici e sono in pensione. Ma la politica è una malattia dalla quale non si guarisce e la curiosità e l’interesse per le persone e i loro diritti non mi abbandona. La possibilità di scrivere, di esprimere opinioni, di lanciare messaggi in bottiglia nel mare del web mi sembra un regalo.
Vorrei raccontare brevemente chi sono e cosa ho fatto.
Sono una di quelle che furono chiamate “angeli del ciclostile”. Impegnata in politica fin dal movimento studentesco del 68, sono stata sempre impegnata nei movimenti pacifisti, nelle lotte per i diritti delle donne, nelle battaglie per i beni comuni. Ho militato per anni nel PCI, nel PDS/DS, da militante e dirigente. Sono stata un funzionario di partito, un travet della politica. Non ho aderito al PD e ho militato in Sel e nell’IDV, da cui sono uscita all’inizio del 2013.
Oggi sono una libera cittadina della sinistra. Nella campagna elettorale per le elezioni europee ho deciso di sostenere la lista “Per un’altra Europa con Tsipras”.
Sono stata per anni, fino al 2013, consigliere regionale del Lazio.
Nell’attività di consigliere regionale ho cercato di proseguire nell’impegno che aveva caratterizzato la mia militanza. Al centro del mio lavoro sono stati i temi dei diritti dei cittadini, della tutela dei deboli, della correttezza e efficacia del sistema pubblico nella determinazione delle regole e delle opportunità e nella erogazione dei servizi. Mi sono occupata di sanità, di politiche delle donne, di servizi sociali e attività culturali. Sono stata componente della commissione sanità e per un anno, dal giugno 1999, presidente della commissione consiliare delle elette.
Ho elaborato, presentato e discusso, decine di progetti di legge, ho combattuto le battaglie di opposizione alla giunta Storace e Polverini. Sono stata tra le protagoniste della prima legge sui nuclei familiari, nel 1999, che riconosceva l’esistenza e i diritti delle famiglie di fatto nelle politiche sociali. Ho contribuito a fermare scelte sciagurate, come la legge Tarsia sui consultori familiari, come ho lavorato a importanti battaglie e provvedimenti in difesa della salute pubblica, dell’istruzione, dell’ambiente.
Dal 2005 al 2010 sono stata assessore alla cultura, spettacolo e sport della Regione Lazio. In questo incarico ho cercato di fare della Regione uno strumento per accrescere la libertà nella produzione e le opportunità di accesso alla cultura, sostenendo la rete dei servizi culturali pubblici, aiutando la produzione e la circuitazione dei produttori indipendenti e giovani, sia nell’audiovisivo che nello spettacolo dal vivo, promuovendo politiche di valorizzazione dei beni culturali del territorio e la pratica diffusa dello sport. Ho cercato anche di contribuire alla battaglia per l’uguaglianza dei diritti delle donne che praticano sport a livello di vertice. Molte delle scelte fatte ancora vivono nella mia regione, dal festival di Villa Adriana, alle Officine culturali, alla valorizzazione della Via Francigena del Lazio, alla legge di promozione del libro e della lettura.
Ho avuto dunque incarichi e responsabilità, opportunità e responsabilità. Sono state occasioni importanti, ho lavorato, mi sono divertita, ho penato e sofferto. Ma la mia rimane l’anima della militante. E per quanto posso continuerò a farlo.

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