sabato 10 settembre 2016

Lazio: opportunità di impiego per le donne con il contratto di ricollocazione

La regione Lazio ha emanato un avviso pubblico che offre una nuova opportunità alle donne rimaste senza lavoro, aventi almeno un figlio a carico di età inferiore ai 7 anni, con il contratto di ricollocazione


Può beneficiare degli interventi un numero massimo di 500 donne; le interessate potranno presentare la propria domanda a partire dalle h. 10 del 26 settembre fino alle h. 12 del 20 dicembre 2016.

Per partecipare, le candidate devono essere: in cerca di occupazione (ai sensi della Circolare n. 34/2015 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), disoccupate alla data di registrazione e alla data della presa in carico con rilascio della DID (ai sensi dell’art. 19, D.lsg 150/2015); con almeno un figlio di età inferiore a 6 anni e 364 giorni alla data della registrazione; residenti nel Lazio (incluse donne con cittadinanza non comunitaria in possesso di regolare permesso di soggiorno). 

Il Contratto di ricollocazione mette al centro la donna da ricollocare, per la quale devono essere costruiti percorsi di politica attiva per facilitare il match tra domanda e offerta di lavoro. A tal fine, è stato definito uno specifico percorso a seconda delle competenze e del profilo della persona e del fabbisogno delle imprese. Inoltre, per venire incontro alle esigenze di welfare familiare cui le donne sono impegnate per sopperire ai bisogni cui il sistema delle politiche di conciliazione non riesce a dare risposte, l’intervento prevede un bonus di conciliazione per favorire la partecipazione attiva alle attività previste dal percorso di ricollocazione. 
Vedi anche l’Avviso pubblico “Candidatura per i servizi del Contratto di ricollocazione per le donne con figli minori di cui alla Determinazione dirigenziale G07099 del 22/06/2016” [qui il testo completo].

Per altre info o per chiedere chiarimenti scrivere a: contrattoricollocazione@regione.lazio.it; le domande più frequenti saranno trasformate in FAQ e pubblicate sul sito Porta Lavoro della Regione.

domenica 17 luglio 2016

Networking a Roma con Young Women Network e Hannele Anita Piipari


Nuovo appuntamento romano per Young Women Network (YWN), associazione che supporta le giovani professioniste con attività di networkingmentoring ed empowerment. L’appuntamento è per mercoledì 20 luglio 2016 alle 19.30 al bistrot Assaggi d’Autore (Via dei Lucchesi 28, Roma). La formula dell’incontro, ormai rodata sia a Milano che nel precedente meeting inaugurale a Roma, prevede incontri informali con donne di talento, aperte al dialogo e alla condivisione. 
Questa volta le partecipanti avranno l’opportunità di incontrare Hannele Anita Piipari: senior Solution Advisor EMEA per Salesforce, compagnia leader nella fornitura di servizi cloud alle imprese e di supporto alla gestione delle relazioni con i clienti. Hannele ha costruito un percorso professionale interessante e variegato attraverso realtà lavorative diverse tra loro, arricchendolo anche di numerose esperienze internazionali.
La promozione di modelli di successo femminili e il confronto su temi chiave della vita professionale delle giovani donne sono stati una ricetta di successo per Young Women Network. All’insegna di #AchieveMoreTogether, l’associazione diffonde i buoni frutti di una consapevole cultura della cooperazione, favorendo importanti sinergie tra i più diversi background professionali attraverso percorsi condivisi di crescita e formazione, commenta Valentina Capogrecochapter curator di YWN Roma. 

Iscrizioni gratuite per le associate (per associarsi:  QUI) e aperte fino ad esaurimento posti. Il costo della consumazionea carico dei partecipanti. 
Per accredito stampa scrivere a comunicazione.ywn@gmail.com
Maggiori informazioni sull’evento QUI.

giovedì 23 giugno 2016

In difesa dei centri antiviolenza: 24 giugno nuova assemblea pubblica in piazza Campidoglio

Contro la decisione del Comune di Roma di chiudere i centri antiviolenza la Rete IoDecido torna in piazza: per rispondere colpo su colpo, essere sempre accanto ad ogni donna che subisce ingiustizie – come Rosa, stuprata da un militare a l’Aquila ad esempio, come Sara Di Pietrantonio, uccisa dall’ex, come tutte quelle che subiscono quotidianamente violenza in casa, sul lavoro, nelle strade


Come tantissime donne in questo momento, anche la Rete Io decido concorda sulla necessità e l'urgenza politica di fare della violenza di genere il terreno di intervento sul medio/lungo periodo per provare a costruire insieme una risposta adeguata e all'altezza dei tempi che viviamo, capace di uscire dalla logica dell'emergenza e in grado di articolare anche delle proposte concrete. La priorità è quella di non far fermare nemmeno per un giorno i servizi antiviolenza a rischio chiusura,


di contrastare la logica dei bandi e della delibera 140 che vogliono fermare le attività a tanti spazi sociali a Roma. Ma le donne vogliono anche molto di più: la rete Io decido chiede l’apertura di uno spazio delle donne, di servizi antiviolenza in ogni municipio della città. Per questo ha deciso di partire da quell’assemblea in piazza dell’Immacolata a San Lorenzo, lo scorso 16 giugno, per avviare un percorso articolato, una campagna pubblica e inclusiva, per dire basta a violenza e discriminazione; con momenti di incontro nazionali, mobilitazioni e assemblee, con l'obiettivo di mettere insieme intelligenze, saperi, rabbia e desideri per costruire una piattaforma che porti, il prossimo 25 novembre, ad un grande corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne.
Una piattaforma che si generi a partire dai percorsi già intrapresi e che per tutto il resto si organizzi formando gruppi di studio, così da poter elaborare assieme le nostre richieste, tra le quali nominiamo la revisione codice rosa, revisione-aggiornamento della legge sul femminicidio, l’integrazione degli strumenti contro la violenza sulle donne con quelli di aiuto al reddito, al lavoro e all’alloggio. Interventi educativi e di formazione, la revisione dell’ ambito giudiziario/legislativo sia penale che civile (che spesso colpevolizza le donne); la comunicazione e la narrazione della violenza di genere nei media e non solo: su questo ci siamo dette di avviare un lavoro capillare di scardinamento delle retoriche dominanti, immaginando anche delle azioni forti capaci di prender parola in maniera determinata.
Di tutto questo si parlerà nella seconda assemblea pubblica il 24 giugno al Campidoglio, dalle 16.30: portate pentole, strumenti musicali ed ogni altra cosa rumorosa che vi viene in mente!
E - per inciso - ora al governo della città abbiamo una donna! Cara sindaca, naturalmente sei invitata... e chissà che, prima o poi, non ci sarai davvero.
Nel frattempo, speriamo che prima o poi troverai anche il tempo di leggerti questa "lettera".
#faiqualcosadifemminista

martedì 14 giugno 2016

Stop femminicidi! assemblea pubblica a Roma, il 16 giugno

Giovedì 16 giugno 2016, alle 18, in Piazza dell'Immacolata (San Lorenzo) si terrà un'assemblea pubblica sul femminicidio organizzata dalla rete femminista IoDecido.


Una ‪#‎donna‬ viene uccisa ogni 2 giorni: solo da gennaio 2016 sono oltre cinquanta le vittime di ‪#‎femminicidio‬Questi i dati o, perlomeno, quelli che giungono alle cronache.

Di fronte a questo quadro sconcertante, le sole risposte che le istituzioni sanno dare, oltre la sempre cara invocazione di maggiori politiche securitarie, sono lo smantellamento dei centri antiviolenza e il continuo attacco agli spazi di donne autogestiti – unici presidi reali presenti nei quartieri e nei territori; fino, ed è il caso di Roma, alla diretta minaccia di sgombero degli stessi, a causa di quella delibera 140 che continua a mietere vittime tra i tanti spazi sociali e associazioni.



A rincarare la dose intervengono poi le quotidiane narrazioni, da parte di media e giornali, che confermano e alimentano ulteriormente un ordine sessista del discorso. Narrazioni che, secondo le leggi dello scoop a tutti i costi e dell'audience, senza pudore alcuno utilizzano le categorie e le tinte proprie dell'intrigo passionale: l'uomo diventa il malato, la vittima della propria passione (la amava troppo!) e la donna la colpevole del proprio destino, perché non ha denunciato – senza mai dire, tra l'altro, cosa accade normalmente a coloro che provano a denunciare.
Questa assemblea pubblica è aperta e invita tante e tanti; dai centri antiviolenza alla cittadinanza intera, a dire basta alla violenza di genere, per rispedire al mittente i racconti indegni che ne vengono dati, per costruire insieme una risposta radicale, forte, di massa a questa realtà drammatica divenuta ormai quotidianità. Non è più possibile andare avanti secondo la logica e i tempi dell'emergenza, non solo perché quest'ultima si è fatta normalità, ma anche e soprattutto perché è solo analizzando in maniera profonda le ragioni strutturali, sociali, culturali ed economiche che si nascondono dietro il fenomeno della violenza maschile sulle donne, solo avviando un lavoro capillare nelle città, nei territori, nelle scuole e nelle università che il problema può essere nominato e affrontato in tutta la sua complessità.
Le donne che ci stanno saranno invitate a organizzarsi per stare di fronte a ogni centro antiviolenza di cui venga minacciata la chiusura, a dichiarare che non accetteremo alcun bando pubblico volto a distruggere gli unici servizi reali esistenti per le donne vittime di violenza costruiti in anni e anni di esperienza, di radicamento nei territori e di condivisione. A difendere ogni centro con i nostri corpi: non ne vogliamo nessuno in meno, ma altri 10, 100, 1000.. Così come non vogliamo "più polizia" per le strade, ma rispetto per i nostri diritti e la nostra libertà. Iniziamo fin da subito a chiariare con forza che se questa è - come è - guerra contro le donne, le donne risponderanno.

sabato 11 giugno 2016

Lotta all'Aids, Tubercolosi e Malaria: il nuovo rapporto e le richieste al governo italiano

Aidos (Ass. italiana donne per lo sviluppo) e Osservatorio italiano sull’azione globale contro l’Aids presentano il rapporto “Il Fondo Globale: un’opportunità per l’Italia, una risorsa per le future generazioni” (pubblicato nell’ambito del progetto Increasing Italy’s commitment to the Global Fund to Fight Aids): Martedì 14 giugno, 11.30, Sala Stampa - Camera dei Deputati, via della Missione 4 


Fra i dati che emergono dal rapporto: dal 2002 al 2014, nei paesi in cui opera il Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria, sono state salvate più di 17 milioni di vite, mentre i decessi per Hiv, Tbc e malaria: sono diminuiti del 30% oltre 8 milioni le persone che hanno beneficiato del trattamento antiretrovirale (Art), oltre 13 milioni quelle che hanno ricevuto cure per la Tbc e 548 milioni zanzariere trattate con insetticida. 

Il Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria è lo strumento finanzario internazionale che dal 2002 dà una risposta concreta a tre epidemie che devastano le popolazioni più povere e emarginate del mondo. Coinvolgendo non solo governi e istituzioni ma anche la società civile, i privati e le comunità delle persone colpite dalle tre malattie, in questi decenni ha contribuito a una visione moderna della salute globale, attenta soprattutto alle fasce di popolazione più esposte e vulnerabili come donne e adolescenti. Dopo anni di azioni concrete siamo arrivati ad un punto cruciale: o si continua nel lavoro fatto oppure si rischia di vanificare i progressi fatti, specie nei paesi con più difficoltà di accesso a cure adeguate.. 
Il prossimo settembre avrà luogo in Canada la V° Conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale. L’Osservatorio italiano sull’azione globale chiede che l’Italia torni ad essere un paese leader fra i donatori internazionali, incrementi il sostegno alla salute globale con una dichiarazione di impegno finanziario per 200 milioni di euro per il periodo 2017-2019 e sostenga il rafforzamento della società civile, per consentirne il pieno coinvolgimento nei processi decisionali e nell’attuazione dei programmi di lotta contro le epidemie. 
Aderiscono : Actionaid • Aidos • Amref Health  Africa •  Ccm • Cestas • Cesvi • Coopi • Cospe • Medici con l’Africa • Cuamm • Medicus Mundi Italia • Iscos • Weworld • World Friends

Richieste di accredito a press.osservatorioaids@ong.it entro lunedì 13 giugno, h 15. 

mercoledì 1 giugno 2016

2 giugno contro il femminicidio: a Roma, in via della Magliana 1125, ore 10. A Latina, in Piazza del Popolo ore 10,30

2 giugno 2016: le donne scendono in piazza in varie città d'Italia per gridare la rabbia contro la violenza sulle donne e chiedere impegno e soluzioni per cambiare la cultura maschilista che ci travolge e danneggia tutte e tutti.
Un flash mob diffuso, e ovunque possibile, per rompere l'indifferenza e chiedere a tutti e tutte, ma soprattutto alle donne delle istituzioni, di mettersi in gioco proponendo interventi che vadano oltre l'emergenza.



Tutte le info sulla pagina fb degli eventi.
Roma, davanti al ristorante la Tedesca in via della Magliana 1125, ore 10
- Latina, in Piazza del Popolo ore 10,30  

giovedì 19 maggio 2016

Dopo lo stupro di via Teano le donne in piazza: la violenza contro le donne è maschile, non del "depresso" o dello "straniero" di turno

Venerdì 20 maggio, ore 18, Largo Agosta: in piazza unite per gridare che la violenza contro le donne la fanno gli uomini. 


Dopo lo stupro avvenuto pochi giorni a via Teano,  contro una ragazza albanese che riporta di essere stata sequestrata da due rom, abbiamo anche dovuto assistere alla penosa strumentalizzazione delle donne, e del serissimo problema della violenza di genere, a fini razzisti e securitari cavalcato da fascisti. Gli stessi che augurano alle donne antirazziste di essere stuprate. Un ossimoro, praticamente; e oltre al danno la beffa, se vogliamo.

Le donne scendono dunque in piazza per gridare che la violenza contro le donne non ha confini né passaporto, né classe; la violenza contro le donne la fanno gli uomini. 

La violenza maschile contro le donne è sistemica; le offende, le molesta, le percuote, le stupra, perché le tratta come oggetti identificandole esclusivamente nelle funzioni sessuale e riproduttiva. E' la violenza patriarcale, è la violenza del femminicidio e colpisce tutte.


Mentre politica e istituzioni sbandierano slogan a difesa delle donne, si rende di fatto inapplicabile la legge sull'aborto, si chiudono i consultori e si tagliano i fondi ai centri antiviolenza, si precarizzano le vite.

Il corpo delle donne strumentalizzato e abusato, è da sempre terreno di conquista economica, politica e sociale. La violenza maschile non è un'emergenza, come vorrebbero farci credere per approvare leggi come il pacchetto sicurezza: è strutturale e quotidiana. Le strumentalizzazioni securitarie sono solo un'ulteriore violenza contro di noi perché spostano l'attenzione dissimulando un problema molto più profondo: alla radice stessa del patriarcato. L'obiettivo è sempre lo stesso: il controllo sul corpo delle donne agito da uomini che vorrebbero privarci della nostra autodeterminazione.
Per questo scendiamo in strada a esprimere la nostra solidarietà alla ragazza violentata a via Teano e e tutte le altre che hanno subito e subiscono violenza ogni giorno nelle case, nei posti di lavoro, nelle strade, nei C.I.E. e in ogni dove.

Nessuna delega: la prima parola e l'ultima sul corpo delle donne è delle donne. Le strade libere le fanno le donne che l'attraversano. Rivendichiamo l'autodifesa e la solidarietà femminista: femminista, antirazzista, antifascista. Perché una femminista è antifascista per definizione; altrimenti, non è.